Anziani, combattere le solitudini
. Sabato 29 luglio 2023
Caro direttore, l’articolo di Ferruccio de Bortoli «La dignità dei nostri anziani» ha richiamato alcuni numeri che fanno molto riflettere: 3 milioni di anziani non autosufficienti in Italia; solo l’11% delle successioni regolato da testamento; una scarsissima diffusione della pratica di nominare un mandatario in caso di decadimento delle capacità cognitive, mentre ci vorranno tra i 5 e i 7 miliardi all’anno per dare corpo alla nuova legge delega sull’assistenza agli anziani approvata lo scorso marzo.
Ma oltre la questione demografica, culturale e legislativa, c’è un altro punto che l’editoriale coglie dolorosamente, il tema esistenziale della solitudine. La solitudine — e non solo la malattia, e in generale la vecchiaia — è la vera fragilità. Invece, proprio «prevenire la fragilità è un gesto di forza», come ha scritto de Bortoli.
E, in un altro bellissimo articolo apparso sul Corriere qualche mese fa, lo stesso Presidente della Commissione che ha redatto il Disegno di legge delega sulla cura degli anziani, Monsignor Vincenzo Paglia, scriveva quanto fosse necessario partire da una contraddizione emersa violentemente durante la pandemia, rendendosi conto che «la società allunga la vita, ma non sa mantenerla».
Siamo di fronte alla necessità di combattere la solitudine, le solitudini per contrastare, anzi, prevenire le fragilità, dando sostanza a quelli che sono diritti degli anziani, ma in generale di ogni essere umano: il diritto al rispetto e alla dignità, il diritto ad essere informati e a scegliere la propria assistenza, infine il diritto ad una vita di relazione.
Ecco perché non è sufficiente per una vita felice bastare a sé stessi o stare semplicemente «connessi». Bisogna curare le relazioni e coltivare le connessioni fino a renderle parte strutturale (e reale) della propria vita.
La famiglia è certamente il nodo centrale della rete che sconfigge la solitudine, così come sono essenziali i servizi sociali, ma un ruolo indispensabile lo hanno anche le associazioni comunitarie, i corpi intermedi, il volontariato, contesti che possono sembrare ad un primo sguardo meno prossimi dei primi due, ma che a ben vedere possono fare un’enorme differenza in termini di prevenzione, sensibilizzazione e cambiamento.
Per fare questo dobbiamo ripensare la terza età, reinventando questo periodo della vita per potenziare diritti e responsabilità. Ma soprattutto va costruita e resa possibile quella nuova alleanza tra giovani e anziani auspicata da papa Francesco per superare realmente fragilità e solitudini e rendere più solida e più umana la nostra società.